Il nuovo decreto Requisiti ecobonus imporrà uno spessore maggiore degli elementi isolanti e genereranno molte criticità, sia per i balconi che per gli immobili prospicienti.
I balconi
Cappotti più spessi ridurranno inevitabilmente gli spazi sui balconi, riducendo anche la visibilità. Ci sarà anche una perdita di spazio calpestabile, alla quale alcuni condòmini potrebbero opporsi, perché si vedrebbero ridotta la propria superficie privata. In questo caso, potrebbero far valere i propri diritti di proprietari esclusivi della pavimentazione.
Le distanze
Un altro elemento da considerare è la riduzione delle distanze tra immobili prospicienti, e la potenziale alterazione dei fili fissi, ovvero delle “quinte” costituite a livello urbano da più edifici affiancati.
I vincoli urbanistici o giuridici potrebbero impedire la realizzazione del cappotto a priori, e quindi sarebbe necessaria l’applicazione contemporanea di più tecniche di isolamento, in grado di ridurre al minimo lo spessore aggiunto sulla superficie esterna.
Sarebbe possibile ricorrere al decreto legislativo 102/2014, che permetterebbe di derogare vincoli urbanistici e distanze, in caso di presenza di interventi che migliorino la trasmittanza termica degli edifici esistenti.
Nel caso in cui regolamenti comunali impongano che i cappotti tecnici non possano essere maggiori di 5-6 cm per i primi 4-5 m dell’edificio a partire dal piano strada, il decreto non risulta uno strumento valido. La soluzione in questo caso potrebbe essere l’insufflaggio, intervenire anche dall’interno, oppure rinunciare a godere delle detrazioni per le spese sostenute per quella specifica porzione di intervento.