In casi di controversia tra condominii o terzi, in tema di Superbonus, è possibile ricorrere all’arbitrato.
L’arbitrato è un metodo alternativo di risoluzione delle controversie senza far ricorso ad un procedimento giudiziario, consiste nell'affidare ad uno o più arbitri, cittadini privati dotati di particolari cognizioni tecniche, l'incarico di risolvere una controversia mediante una decisione (il lodo) che sarà vincolante per le parti e suscettibile di essere eseguita.
La fonte dell’arbitrato è da rintracciare in una “clausola compromissoria”, che deve essere necessariamente in forma scritta. La “clausola compromissoria” prevede la possibilità per le parti contrattuali di inserire nel contratto o in un atto separato, una clausola al fine di impegnarsi in via preventiva ad affidare ad arbitri la risoluzione delle eventuali controversie scaturenti dal contratto stesso.
L’approvazione del contratto da parte dell’assemblea dei condòmini comporta l’approvazione dell’eventuale clausola compromissoria, ma la nullità di uno non comporta l’invalidità dell’altro.
L’arbitrato può essere rituale oppure libero. Si parla di arbitrato rituale quando le parti si attengono alla disciplina prevista dal Codice di Procedura civile, l’atto derivante dall’arbitrato rituale ha valore pari a quello di una sentenza ed è dunque vincolante tra le parti. Si ha un arbitrato libero, o irrituale, quando invece non si ricorre alle norme del suddetto Codice, il lodo risultante dal giudizio dell’arbitro avrà un effetto contrattuale tra le parti.
Sebbene il ricorso al giudizio arbitrale presenta importanti vantaggi sotto il profilo della celerità, della preparazione tecnica delle persone incaricate di decidere la controversia, e dell’accettazione della decisione emessa da tutte le parti, esistono tuttavia inconvenienti legati agli eccessivi costi e al rischio di una non imparzialità del giudizio.
L’arbitrato si differenzia dalla mediazione poiché non si è in presenza di un conciliatore alla ricerca di un punto di incontro tra le pretese delle parti, bensì a decidere è un giudice privato che giudica secondo diritto o equità.